[Gli Insegnamenti del Viaggio – 7]

Irish Gods – Dei (e semidei) d’Irlanda Antichi e Moderni


Quando abbiamo deciso di prendere in considerazione l’Irlanda come destinazione del nostro viaggio estivo, io ero fortemente motivato dai ricordi delle letture di testi d’epica nazionale irlandese. Si tratta di un’epica molto bella e particolare, che può trovare dei paralleli solo nella simile “materia” gallese del Mabinogion.
I testi si articolano su una serie di successive “invasioni” delle terre d’Irlanda da parte di popoli, Firbolg, Fomori e i Tuatha de Danan che poi ne divennero gli Dei. Poi ci fu la venuta del Figli di Miled, i Gaeli, a cui i Tuatha, dopo un conflitto, lasciarono a loro la “terra materiale” ritirandosi nella “terra fatata”, il Sidhe, che si trova sotto le colline e i laghi, o in particolari isole fatate. Da questi luoghi questi Dei uscivano ed escono in particolari date annuali o per affiancare gli uomini d’Irlanda contro avversari temibili.
I Gaeli si organizzarono in vari regni regionali, coordinati da un Alto Re che risiedeva nella collina sacra di Tara (foto sotto).


Un gruppo selezionatissimo di guerrieri era incaricato di vigilare sull’equilibrio dei poteri e contrastare gli attacchi dall’esterno. Erano i “Fianna” di cui è ricordato nei testi con molta enfasi un loro comandante, Finn McCumal (i Fianna risiedevano sulla collina di Almhuin, foto sotto).


Una separata e differente epica riguarda il reame del nord-est, l’Ulaid ora Ulster, dove si trovava un’altra collina magica, Emain Macha (foto sotto), residenza del re Conchobor e dei suoi guerrieri-eroi, i “Guerrieri del Ramo Rosso” di cui il più celebrato è Cu Chulain, una figura tra Achille, Yamato Takeru e Gawain.

I Tuatha de Danan replicano le figure delle divinità indoeuropee celtiche/germaniche: Nuada/Wotan, Lugh/Tyr/Lugus, Manannan McLir, Angus Og, Morrigan, la dea della guerra insieme con l’altra dea Badb, Nuada/Nodons, Dagda, Brigid/Brigantia e poi Santa Brigida. Provengono da isole iperboreali e portano con se quattro oggetti che sono fulcro di molti miti del Mondo:
- la Spada di Nuada, chi la impugnava non poteva essere sconfitto;
- la Lancia di Lug, che non falliva mai il bersaglio;
- il Calderone di Dagda, che poteva sfamare tutti senza esaurirsi mai;
- la Pietra del Destino, che emetteva un grido in presenza del legittimo re (Lia Fail, a Tara).

Sono certo che i miei lettori riconosceranno questi simboli, che popolano tutti i miti del mondo indoeuropeo in diverse forme.
Data questa rapida informazione sul materiale epico dell’Irlanda, torniamo al viaggio.
Io pensavo che ci fossero delle organizzazioni che curassero visite ed escursioni in questi luoghi o/e che ci fossero dei mezzi sul luogo per arrivare a questi posti. Niente di tutto questo. Praticamente solo una agenzia proponeva una gita a Tara, che sotto scrissi, per averla poi annullata pochi giorni prima, a quanto ho capito a causa scarsa partecipazione.
Un’altra destinazione possibile era Brù na Bòinne, dove sorgono i tumuli tra cui quello famoso di Newgrange, ma la possibile escursione era collocata in una data impossibile e, inoltre, a questo sito accorrono i turisti per il noto fatto che accade il Solstizio d’Inverno. Così ho dovuto rinunciare anche a questo (foto sotto: i tumuli di Brù na Bòinne).


Newgrange, come Stonehenge è un sito più antico della data ufficiale di realizzazione delle piramidi d’Egitto e come quello possiede una tecnologia costruttiva che è meravigliosa. L’ingegno degli indoeuropei si è sempre manifestato nel loro cammino.
Ora veniamo a noi. Mi sono chiesto perché di questa deprecabile ignoranza su questi siti. Molti di voi non se ne rendono conto, ma il mondo, soprattutto l’Europa, è pieno di posti che si intrecciano con il mito. Il “Mito” è la pietra fondante della cultura di un luogo, di una regione, di una nazione, di un continente.
Io pensavo che un popolo come quello irlandese, ancora non traviato dalla speculazione dissacratrice, avesse fierezza e memoria delle sue radici. Certo, da noi è un pianto e le mille cose che si dovrebbero conoscere sono incredibilmente trascurate. Nella stessa Roma, dove nella zona più antica del Foro o sulla costa del Palatino si trovano dei punti che dovrebbero essere sacri per noi italiani e che la maggior parte degli italiani stessi non conosce.
E lo stesso per noi siciliani, per non dire dei sardi, piceni, veneti. E’ una cosa di cui dovremmo riappropriarci, per riconoscere la nostra sacralità e dignità. E questo vale per ogni popolo.
D’altra parte, riflettevo, in Inghilterra non ci sono percorsi sui luoghi arturiani né altri che ripercorrano le eminenze megalitiche in modo esaustivo. E in Francia, chi va in Brocelandia, nella “Valle senza Ritorno” o cerca la Fontana di Barenton?
Per non parlare di Alesia.
Per l’Irlanda ci sono stati due cose che hanno contribuito a cancellare questa “coscienza” nazionale, più una terza che è uscita fuori da qualche anno.
La prima è stata l’evangelizzazione di San Patrizio, che nel suo successo ha operato una eradicazione sistematica di tutti i miti ancestrali, identificando gli Dei antichi come diavoli e i guerrieri come abietti e lascivi peccatori. Esistono diversi “contrasti”, che sono delle opere in versi o in prosa tra quelle che sono sopravvissute nelle memorie degli irlandesi e che poi Lady Gregory e Yeats sono riusciti a riportare in iscritto. Si tratta di “litigi” verbali tra San Patrizio e Oisin (che poi è l’Ossian del Sogno e dei Canti), figlio di FinnMcCumhail sopravvissuto per una particolare magia e ancora vivo secoli dopo la scomparsa dei Fianna. IL testo è molto godibile: da una parte Patrizio snocciola le soliti tiritere “peccatore”, “pazzo”, “pentiti”, "la tua fine è vicina” e dall'altra Oisin che lo manda a quel paese. Oisin si lamenta del grigiore della sua vita attuale: ”...senza duelli e senza battaglie...senza fanciulle, senza arpe, senza scricchiolio di ossa spezzate…senza crescita del sapere, senza bevute ai banchetti, senza battute di caccia...sono l’ultimo dei Fianna, il grande Oisin, figlio di Finn e ora ascolto solo il suono delle campane...”.
Il "Sogno di Ossian" di Ingres

Nelle isole britanniche comunque si produsse un particolare cristianesimo, detto “celtico”, probabilmente influenzato dal Pelagianesimo, diverso dal credo ufficiale romano. Santi molto particolari furono San Brandano (quello del Viaggio), San Colomba, che salvò molte opere pagane, un altro San Colomba, che prese le armi e combatte il suo re per via di una “copia non autorizzata” (in una sua biografia del VII secolo appare per la prima volta il mostro di Loch Ness), San Colombano, educato come guerriero, che poi venne in Italia e fondò il monastero di Bobbio. Non dimentichiamo il “Book of Kells” e altri scritti simili che sono copie del Vangelo ma decorati con figure dell’arte celta precristiana.
In complesso, però, questa cultura fu un po’ relegata ai margini e la successiva lotta con gli inglesi, che si impadronirono dell’isola con la loro versione del cristianesimo e la persecuzione dei cattolici, fu un fatto che rese gli irlandesi stessi più concentrati su questa loro fede.
L’altro punto è la lunga lotta per l’indipendenza, che promuove nella memoria degli irlandesi di oggi le figure dei vari patrioti e le loro battaglie, obliando gli antichi guerrieri (anche se sono rimasti dei simboli come l‘arpa e, per esempio, l'antico nome nel partito politico "Fianna Fàil" fondato da Eamon de Valera).
Terzo punto. La sostituzione.
E’ difficilissimo cancellare gli antichi Dei. Riemergono sempre in un qualche modo, in forme diverse ma sempre riconoscibili.
Come "American Gods" di Neil Gaimann, c'è una lotta per il predominio e la sostituzione?
Quel che ho potuto vedere in questo viaggio è che oggi le figure, i luoghi, sono state sostituite dai personaggi e dalle "location" della grande saga del “Trono di Spade” (o “Game of Thrones”) e le agenzie di viaggio curano le visite ai molti posti dell’Irlanda dove sono state girate varie scene dei telefilm (la cui sceneggiatura della parte conclusiva grida ancora vendetta).

Noi siamo stati agli Studi (così come a quelli di Henry Potter in Inghilterra nel 2019) ed è stata una bella visita, perché sia i telefilm fino l’ultima sbagliata serie, sia i libri rimasti là senza continuazione, ci sono piaciuti molto. L’esposizione ed i set sono affascinanti, ti fanno ricordare i passaggi più “forti” che hai visto alla tele. E sono stati molti, non c’è che dire.

Poi, il giorno dopo, nel giro al Giant’s Causeway era compreso una fermata alla località Dark Hedges , la “strada del Re” nei telefilm.
Le foto che accompagnano questo scritto riguardano questi due posti, a parte una prima serie di immagini scaricate di repertorio sui luoghi mitici d'Irlanda.

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