Post

Visualizzazione dei post da ottobre, 2020
  Didattica delle scuole di Arti Marziali Alcuni esempi per le scuole classiche (Koryū)   Le scuole di Arti Marziali classiche giapponesi, dette Koryū, avevano delle didattiche molto precise e progressive, che agivano sulla intera persona e guidavano lo studente ad acquisire esattamente cosa la scuola volesse che apprendesse, come voleva che lo apprendesse e quando doveva apprenderlo. Questi metodi in parte erano “originali”, vale a dire che replicavano le esperienze accadute e il personale percorso di conoscenza seguito dal fondatore della scuola, in altra parte venivano “adoperate” tecniche didattiche provenienti dalle scuole buddhiste, dai sistemi della filosofia naturale taoista o dalle teorie educative confuciane. Altre ancora venivano da concetti e mezzi impiegati in attività quotidiane, carpenteria, attività letteraria, calligrafia, agricoltura e così via. Già è stato trattato (articolo del 23/10/2020) il principio dello Shu-Ha-Ri ( 守 破 離 Proteggere/Obbedire -Staccare
  Lo “SHU” di “SHU-HA-RI” Base di Apprendimento e Conoscenza     Cos’è lo Shu-Ha-Ri? Lo studio delle Arti Marziali giapponesi secondo la didattica tradizionale si attua attraverso il rispetto di una “triade” di principi/livelli, chiamati Shu-Ha-Ri ( 守 破 離 ). E’ un sistema che più volte, per esempio nell’ambito della scuola Yōseikan, Minoru e Hiroo Mochizuki sensei hanno citato, spiegato, ne hanno raccomandato l’applicazione. Si tratta di una dinamica progressiva con cui va affrontato l’apprendimento di una disciplina. Lo stadio iniziale, Shu ( 守 ): a questo livello lo studente deve evitare qualsiasi tentazione di personalizzare la sua pratica. Qualsiasi riferimento a “Io” ed “Ego” va cancellato. Tutto deve essere indirizzato all’esatta imitazione del proprio maestro. La tecnica va assunta in quanto tale, assoluta, come una realtà individuale, senza elaborazioni o interpolazioni. Va studiata finché non si riesce a eseguirla in modo regolare, senza bisogno di mischiarla ad al
  LA SPADA SOTTO IL SOLE Iai e Kenjutsu in Sicilia: nuove radici per Vecchi Alberi di Adriano Amari             Sicilia… Una volta isola al centro del Mediterraneo, vale a dire al centro del mondo antico. Un luogo che oggi è una ambita meta per turisti, ma per chi ci vive paese un po’ di periferia, soprattutto per quanto riguarda il mondo della cultura. E i questo mondo della cultura comprendiamo anche per le Arti Marziali, portate qui da maestri alla ricerca di sole e mare, o da caparbi viaggiatori che vanno lontano per imparare e poi, a casa, riaprono le loro borse offrendo il contenuto a chi è rimasto. L’isolana, in genere, è una società che un po’ si accontenta, vive di cose note. Nelle Arti Marziali cerca sempre le discipline più diffuse, o più reclamizzate, Jūdō, Karate, Kick Boxing, Aikidō, Jū Jutsu europeo, e non cerca altro.   Mi considero un viaggiatore, un “gentiluomo di ventura”. Per me il viaggio è come la vita, un pellegrinaggio, una ricerca errante dove i paesi