Didattica delle scuole di Arti Marziali Alcuni esempi per le scuole classiche (Koryū) Le scuole di Arti Marziali classiche giapponesi, dette Koryū, avevano delle didattiche molto precise e progressive, che agivano sulla intera persona e guidavano lo studente ad acquisire esattamente cosa la scuola volesse che apprendesse, come voleva che lo apprendesse e quando doveva apprenderlo. Questi metodi in parte erano “originali”, vale a dire che replicavano le esperienze accadute e il personale percorso di conoscenza seguito dal fondatore della scuola, in altra parte venivano “adoperate” tecniche didattiche provenienti dalle scuole buddhiste, dai sistemi della filosofia naturale taoista o dalle teorie educative confuciane. Altre ancora venivano da concetti e mezzi impiegati in attività quotidiane, carpenteria, attività letteraria, calligrafia, agricoltura e così via. Già è stato trattato (articolo del 23/10/2020) il principio dello Shu-Ha-Ri ( 守 破 離 Proteggere/Obbedire -Staccare
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Lo “SHU” di “SHU-HA-RI” Base di Apprendimento e Conoscenza Cos’è lo Shu-Ha-Ri? Lo studio delle Arti Marziali giapponesi secondo la didattica tradizionale si attua attraverso il rispetto di una “triade” di principi/livelli, chiamati Shu-Ha-Ri ( 守 破 離 ). E’ un sistema che più volte, per esempio nell’ambito della scuola Yōseikan, Minoru e Hiroo Mochizuki sensei hanno citato, spiegato, ne hanno raccomandato l’applicazione. Si tratta di una dinamica progressiva con cui va affrontato l’apprendimento di una disciplina. Lo stadio iniziale, Shu ( 守 ): a questo livello lo studente deve evitare qualsiasi tentazione di personalizzare la sua pratica. Qualsiasi riferimento a “Io” ed “Ego” va cancellato. Tutto deve essere indirizzato all’esatta imitazione del proprio maestro. La tecnica va assunta in quanto tale, assoluta, come una realtà individuale, senza elaborazioni o interpolazioni. Va studiata finché non si riesce a eseguirla in modo regolare, senza bisogno di mischiarla ad al
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LA SPADA SOTTO IL SOLE Iai e Kenjutsu in Sicilia: nuove radici per Vecchi Alberi di Adriano Amari Sicilia… Una volta isola al centro del Mediterraneo, vale a dire al centro del mondo antico. Un luogo che oggi è una ambita meta per turisti, ma per chi ci vive paese un po’ di periferia, soprattutto per quanto riguarda il mondo della cultura. E i questo mondo della cultura comprendiamo anche per le Arti Marziali, portate qui da maestri alla ricerca di sole e mare, o da caparbi viaggiatori che vanno lontano per imparare e poi, a casa, riaprono le loro borse offrendo il contenuto a chi è rimasto. L’isolana, in genere, è una società che un po’ si accontenta, vive di cose note. Nelle Arti Marziali cerca sempre le discipline più diffuse, o più reclamizzate, Jūdō, Karate, Kick Boxing, Aikidō, Jū Jutsu europeo, e non cerca altro. Mi considero un viaggiatore, un “gentiluomo di ventura”. Per me il viaggio è come la vita, un pellegrinaggio, una ricerca errante dove i paesi