Gli Insegnamenti del Viaggio

L’Imperial War Museum di Londra e la mutilazione dello Spirito


L’Estate è un periodo temporale dove avviene la la sospensione delle attività normali, una pausa nella ripetizione schematica degli eventi giornalieri che avviene nelle altre stagioni.

Uso tale interruzione della routine per esaminare l’attività “normale” appena trascorsa, non più pressato dalla ciclicità dei suoi eventi e dal ripetersi di fatti e impegni. L’esame va a valutare quanto fatto, quello che c’è di buono e quello che non soddisfa, e da questa valutazione trovo come migliorare o modificare la mia vita e l’attività stessa.

Un altro e diverso “tempo” contenuto nell’Estate è quello del Viaggio. Il Viaggio non è un semplice spostarsi da un luogo ad un altro per stordirsi in semplici divertimenti superficiali. Il Viaggio è un percorso di conoscenza ed arricchimento, una scelta di luoghi e avvenimenti diversi, lontani dal luogo in cui si vive, è un percorso in cui si apprendono cose nuove, le si esaminano e le si collocano, confrontandole, con le conoscenze già possedute.


Voglio condividere sulla mia pagina una parte di queste esperienze del Viaggio di quest’anno, a Londra e in Irlanda, un rapporto coi miei “24” lettori.

Questo primo scritto amplia una nota precedente, riguarda l’Imperial War Museum e la visita della nave da guerra HMS Belfast, un cacciatorpediniere in azione dalla Prima Guerra mondiale a quella di Corea.



Fa una grande impressione vedere nella grande sala-corte centrale del museo degli oggetti


iconici come l’Hawker Harrier (primo caccia a decollo verticale), lo Spitfire, un missile V2 tedesco e l’aereo a razzo kamikaze Ōka della marina imperiale giapponese.

Da grandi nicchie-finestroni che affacciano su questa corte sporgono altre armi belliche, tra cui la gloria italiana dei “Siluri a Lenta Corsa”, o Maiali, della nostra Marina Militare.


Tutto il museo è ben fatto, con una impostazione molto didattica, spesso interattiva. Molto pubblico in un giorno infrasettimanale, diverse scolaresche, dalle medie ai licei, tutti i ragazzi interessati e coinvolti nelle proposte di interattività, anche le bambine e le ragazze. Senza sguaiataggini, atti vandalici, e quella abitudine di dissacrare, ironizzare, sminuire, che oggi pare una “dote” fondamentale per gli studenti italiani.


Simile cosa nell’altro ambiente, la nave da guerra Belfast, ormeggiata in modo permanente sulla sponda del Tamigi. Numerose erano anche le famiglie con vari marmocchi.

Nelle foto che allego, sia del museo che della nave, aggiungo altri pensieri, consigli bibliografici e particolari importanti.


Ritorno ancora sull’aspetto “giovani”. Nei miei viaggi in Italia di questi ultimi decenni, o anche nell’osservazione dei ragazzi italiani all’estero, li ho visti spessissimo comportarsi in modo sguaiato, stupido, senza rispetto per i luoghi e l’ambiente. Soprattutto quando inquadrati in “branchi” tipo scolaresca o gruppo di conoscenti. Si vede in modo più che evidente una forte mancanza di capacità cognitiva, di analisi, di educazione, di rispetto.

Io “deploro” (per essere diplomatico) questa caduta massiva della disciplina, del senso del dovere, della cognizione di appartenere ad un popolo, una nazione, una cultura. Oggi, e non solo nei giovani, c’è solo una melassosa e vaga adesione a mode senza radici, ad idee vaghe e senza “massa”, che paiono indirizzate verso una superficiale autogratificazione degli aspetti esteriori, della vanità, secondo l’ “influenza” di decelebrati ma furbi imbonitori che furoreggiano su social e altri media.

Le famiglie, nodo fondamentale ed insostituibile della società umana, hanno preso l’abitudine a demandare l’educazione fin dalla prima infanzia alla televisione, al cellulare, in una visione egoistica dei genitori di sottrarsi ai loro doveri. Inoltre si è perso il senso del rispetto, degli obblighi personali e civili, e altro ancora. Non si ha il coraggio e la buona abitudine di dire “no”, di punire le mancanze.

La scuola è simile, con la perdita della visione del ruolo dei professori, con la codardia e la pigrizia di molti di loro che non intervengono sulle deficienze cognitive dei loro studenti, sopportano in modo supino le mancanze di rispetto, non mettono il cuore nelle loro materie e non coinvolgono in esse i loro discenti.

Non vedo futuro in questa discesa. Già molte di queste “sfornate” di proverbiali asini ha sbattuto il muso contro la “vita” e le sue richieste, o vivacchia fornendo un ben misero contributo alle necessità produttive e culturali della Nazione.

Nei miei viaggi, nelle altre nazioni, non ho visto tale sguaiatezza nei giovani (e meno giovani), né l’abbandono del decoro ambientale, né tale mancanza di senso nazionale. Ho ben chiaro a chi faceva (e fa) comodo questa nostra decadenza, questa “mutilazione dello Spirito”. Qui si riallacciano gli altri motivi che ho trovato in queste due visite sul tema della Guerra.

Strutture simili in Italia sono:

- il Museo Storico Italiano della Guerra a Rovereto;

- il Museo della Grande Guerra a Gorizia (e altri piccoli musei locali dedicati, siti a vari punti del fronte in quella guerra);

- il Museo dell’Areonautica Gianni Caproni a Trento;

- il Museo Storico dell'Aeronautica Militare a Bracciano.

Però, rispetto le istallazioni inglesi, i musei italiani sono collocati in aree periferiche e mancano della ambientazione didattica e anche spettacolare. Dovrebbe essercene per legge uno grande e importante a Roma, nella capitale. Occorre celebrare l’ “Italica Virtus” dall’inizio dei suoi tempi storici. Bisogna mostrare la grande impresa del nostro Risorgimento, da cui è nata la Nazione Italia. Inoltre ancora manca la trattazione della Seconda Guerra Mondiale, che va fatta in modo obiettivo, riconoscendo dignità a tutti i combattenti e raccontandone onestamente la storia.

E’ naturale che la gente, un popolo, venga a conoscenza, sia informato delle proprie imprese belliche e sia fiero di se stesso. Di glorie patrie, di eroi, di azioni audaci e folgoranti, di abnegazione e sacrificio, abbiamo anche noi molto da celebrare e raccontare, come e più degli albionici.

Bisogna contrastare il falso pacifismo buonista/correttista, riconoscere la Storia e comprendere che esistono delle necessità che hanno dato o daranno il campo alle armi, così come l’attuale guerra sta ancora una volta dimostrando. Chi rifiuta evocando i termini di iniziativa guerrafondaia, fascista, patriarcale, maschilista, etc., oltre che a rivelare la sua stupidità, mantiene un vuoto cognitivo e comportamentale che è tra gli elementi della ignoranza e del cattivo comportamento stigmatizzato più sopra.

Questo ricade, ancora una volta, nella propaganda idiota nostrana che i "cosiddetti" pacifisti buonisti/correttisti/pseudoprogressisti martellano da decenni e non permettono l’evoluzione della nostra società, politica, cultura.

La nostra percezione della Prima Guerra oggi è deviata da falsi storici come il film "Uomini Contro" e simili. Nel caso della Seconda c'è ancora la stupida, settaria e malafedistica narrazione che vuole i buoni-eroi da una parte, comunque giustificati, e i cattivi/malvagi dall'altra, sempre colpevoli. Eroi e criminali ci furono da ambedue le parti. La guerra è un fatto terribile, è un mondo dove i limiti non esistono più. Ma va studiata e capita per ricavare la forza di affrontare l’evoluzione degli eventi. Il “si vis pacem para bellum” dei romani rimane sempre il precetto migliore.

Casomai occorre identificare bene il singolo fatto e i singoli responsabili, da entrambi i fronti, questa è la giusta strada.

Quel che si vede al museo e alla nave, a Londra, è anche il rispetto per gli avversari, e





l'accettazione che la guerra è guerra. Così non solo Spitfire e Harrier, ma anche il nostro Maiale che con la Xma tanti danni fece agli angli, la V2 che martoriò Londra, l'aereo-bomba Ōka dei Kamikaze giapponesi, il timone del Messerschmitt Bf 110 dell’asso tedesco Heinz-Wolfgang Schnaufer con i marchi che testimoniano i 121 bombardieri inglesi buttati giù (sette uomini di equipaggio per ogni aereo), e così via. Perché è il valore dei nemici che fa la gloria del combattente.

Questa è la conoscenza completa, che riconosce il Passato e prepara il Futuro, forgiando le coscienze e mostrando i fatti.




Bibliografia consigliata:

- Peter Townsend, Duello d'Aquile - La Battaglia d'Inghilterra, Rizzoli;
- Pierre Clostermann, La Grande Giostra, Longanesi;
- Hans Ulrich Rudel, Il Pilota di Ferro, Longanesi

- Arturo Perez-Reverte, L'Italiano, Rizzoli;
- Luigi Romersa, All'Ultimo Quarto di Luna, Mursia.

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