[Gli Insegnamenti del Viaggio – 6]

Scogliere, dirupi e ponti, impressioni di viaggio e un parallelo tra Irlanda e Sicilia
Riporto qua le impressioni e i pensieri risultanti dalla visita di due bellezze naturali:
- i “Cliffs of Moher” a sud di Galway;
- il Giant’s Causeway a nord di Belfast.
In due diverse occasioni, nel viaggio, abbiamo fatto una gita (guidata) verso due bellezze naturali irlandesi famose. Per inciso abbiamo avuto la fortuna di avere queste visite in due giornate di tempo decisamente bello (ai Cliffs) e “non piovoso” (al Causeway). A voi parrà una cosa normale, ma in Irlanda la normalità è la pioggia. Dai nostri aspetti intabbarrati delle foto potrete capire.
Si tratta di due scenari molto diversi.
I Cliffs (scogliera, dirupo) sono un tratto di alta scogliera a dirupo sul mare sulla costa occidentale d’Irlanda. Si possono costeggiare, avendo una barca, o da pedestre pedone percorrere i tratturi posti all’orlo superiore. Noi abbiamo avuto questo secondo approccio e la prima visione, non fermandosi solo sulle alte e scoscese rocce, è il forte contrasto tra le queste stesse aspre, scure, rocce sul mare di un forte azzurro (dato che almeno questo giorno, ripeto) è stato con un tempo decente) e le distese di verdissimi prati, a perdita d’occhio, alle spalle.
Deve essere molto bella anche la visione in un giorno di tempesta, ma diciamo che preferisco questo giorno sereno.

Cliffs of Moher







Il Mare d'Erba






La costa del Giant’s Causeway (Strada-ponte del Gigante) è diversa. Si tratta di un curioso episodio geologico o di una impresa magica.
Tu arrivi lì e vedi queste colonnette o piastrelle esagonali, regolarissime, che paiono fatte con lo stampo. Ti erudiscono che si tratta di “colonne basaltiche di origine vulcanica” generate dal contatto della lava uscita in superficie con l’aria e con l’acqua.
Non si tratta di una falesia ad alto strapiombo come i Cliffs, anche se ci sono alcuni alti promontori. Ma le colonne basaltiche arrivano massimo ad una trentina di metri.
La regolarità impressiona e, allora, ti viene più cara la leggenda. Questa narra che un gigante, a cui il modellarsi della narrazione nei secoli ha poi identificato con il capo-guerriero Finn McCumhail, costruì questa strada ponte per battersi con un altro gigante scozzese, chiamato Angus (nome che corrisponde ad una antica divinità). Nell’opposta costa scozzese esiste infatti, seppur in forma più ridotta, un luogo simile. Dopo varie scaramucce con significati simbolici e fiabeschi, il gigante scozzese scappò nel suo paese distruggendo il ponte dietro di se. Non è meglio la leggenda, non vi pare?
Per tutte e due i luoghi voglio lasciarvi alle foto.

Giant's Causeway




Giornata "estiva"...


Piastrelle






Un pensiero, una riflessione che mi è venuta in mente mentre saltavo di “piastrella in piastrella” sugli esagoni del Causeway. Si tratta certamente di un luogo formidabile e singolare ma anche noi abbiamo luoghi formidabili e singolari, tipo la costa ai piedi del Monte Gallo tra Punta Barcarello e Capo Gallo (e magari anche un po’ oltre, fino il rimessaggio. Si tratta di una costa molto particolare, bella, con dei punti di storia antichissima e misteriosa (le grotte, la Pietra-Altare, i misteriosi recinti), le falesie scosciese, le grotte particolari, la possibilità di salire sui piani sommitali del monte attraverso un sentiero, i fondali marini con la particolare “barriera” che li contraddistingue.
Cosa manca? Quello che manca in Italia in questi ultimi, sfortunati decenni: la volontà di “curare” le strutture, di dare buone direttive (e aiuti) su come mantenere le proprietà in località particolari, le coste, i tratturi, le scogliere, gli arredi. La capacità di individuare un bene e operare per valorizzarlo senza danneggiarlo, di indirizzare le iniziative private e creare una adeguata richiesta da parte del turista appassionato della natura senza realizzare un parco giochi consumistico.
Svegliarsi, insomma, e uscire dall’assistenzialismo e dal miraggio del posto in ufficio su una comoda poltrona e basta.

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