[Gli Insegnamenti del Viaggio – 5]

Castelli d’Irlanda – un viaggio nel viaggio: le campagne e le colline, pianure e montagne basse, non aspre.
L’Irlanda è un’isola verde, verdissima di un verde particolare e rigoglioso.


D’altra parte è logico, dato che, come dicono loro, “il Padreterno la innaffia abbondantemente ogni giorno”.
Cioè, voglio dire, PIOVE!
Da una parte tu vorresti fare delle escursioni, dall’altra sai che ti bagnerai abbondantemente.
Per cui capisci perché le fiaschette (le “Hip Flask”!) ben fornite di Whiskey sono così diffuse tra gli autoctoni e ti affretti a procurartene e rifornirla. Anche in estate? Beh qui, c’è il tempo che fa da noi a fine Novembre quando c’è un brutto Novembre…
Devo dire che, nei limiti consentiti dall’Onnipotente e dal paese, in questa e in un altra escursione, il tempo è stato abbastanza bello nei parametri locali.
Quel che vedi passare fuori dal finestrino, o calpesti con i tuoi piedi durante la camminata, è una terra con tappeti erbosi che nemmeno il miglior artigiano tessitore di Esfahan potrebbe realizzare. Ci sono dei punti, collinotti, gruppi di alberi, corte gole spaccate dove scorre un rivo, dei laghetti piccoli che stendono uno specchio tra tanto verde, degli alberi grandi e isolati che ti ricordano simili esemplari in Giappone, luoghi dei Kami. Tutti punti dove senti qualcosa di diverso, che va dalla percezione della potenza fertile della Madre Terra ad altri sussurri incantati, la “presenza del Dio”.
Si dice che i Gaeli d’Irlanda e i Sicani abbiano avuto la stessa matrice, una terra nell’aspra penisola iberica da cui viaggiarono nei tempi più antichi verso nuove regioni (un mondo più giovane). Ambedue popoli indoeuropei, chissà se il loro viaggio fu nel costume ancestrale del “Ver Sacrum” o fu un richiamo verso la “Terra di Destinazione” sognata dagli sciamani.
Anche noi in Sicilia abbiamo la stessa magia, e dovremmo cercare anche noi la Madre Terra sui contrafforti di Enna, il Dio Sole ad Adrano, gli Dei Palici a Mineo, la misteriosa Dea Hybla tra i piani degli Iblei, la Vergine Eterna a Erice, Palermo e Marsala. E i molti altri posti, anche se la nostra erba è verde solo per alcuni mesi e l’acqua non scorre più con un tempo…
Torniamo in Irlanda, hÉireann. Parlerò in un altro articolo di Dei antichi e moderni, quasi una riedizione di “American Gods” di Neil Gaiman. Qua riunisco le visite i visioni di vari castelli dell’isola.
Come altre istallazioni di abitati, santuari o, appunto, castelli, l’edificazione è sempre collegata a degli aspetti che sono principalmente ed apparentemente pratici e strategici, ma poi raschiando l’apparenza ed osservando, ti rendi conto che ci sono altri passaggi che coinvolgono come sempre le “altre sfere”.
Per comprendere meglio i luoghi e le loro suggestioni, guardate bene le nostre foto che sono allegate all’articolo.
Rock of Cashel è una corona di edifici sbrecciati sul un colle rotondo. Ce ne sono tanti di costruzioni simili che sono state abbandonate da un po’ di tempo e in parte sono rovinati. Qua mancano i tetti in molti ambienti, in altri si sono conservati.

Rock of Cashel

E’ un po’ castello e un po’ monastero, già sede dei Re del Munster, che è la parte sud-occidentale dell’isola. Brian Boru, uno dei Re guerrieri più famosi, del X secolo, fu incoronato qui Re d’Irlanda e Cashel era la sua capitale.
Una antica leggenda dice che il castello originario si trovava su un altro colle, detto la “Rocca del Diavolo”, a 20 miglia di distanza. Doveva essere una delle dimore dei Sidhe, l’ingresso al reame fatato avveniva attraverso una grotta posta alla base di questa collina. San Patrizio, che perseguitava ogni antica espressione mistica dell’Irlanda precristiana (non vi dico a chi dei personaggi moderni mi sembra assomigli) “chiuse” l’accesso e il castello si spostò incredibilmente dove è oggi.
Nel XII secolo la struttura fu concessa alla chiesa e divenne un centro monastico grande ed importante. Fu danneggiata nelle varie fasi della conquista inglese prima e della persecuzione da parte dei protestanti poi.


Anche se non c’è proprio similitudine, girare per questo luogo mi ha fatto pensare al “Colle Vento” del Signore degli Anelli, al Kubla Khan di Coleridge e altri oscuri frammenti di letteratura. Nonostante l’opera dannosa degli uomini (e dei santi?) nate dall’invidia e dalla visione fanatica, la grandezza rimane. Sarei voluto rimanere di più a giocare tra le correnti d’energia e lo scorrere del vento, ma purtroppo ero in una classica gita guidata d’agenzia, per cui nella altrettanto classica situazione della “visita ventre a terra”.
Certo, sarebbe stato meglio poter affittare una macchina, ma non mi fidavo del dover fare un completo rovesciamento delle mie abitudini.
Un’altra volta.
Cahir Castle è un’altra imponente fortezza attualmente intatta nelle sue forme. Sorge su una grande isola fluviale del fiume Fluir. Anche questa fortezza è stata costruita dal XIII secolo al XVII su una precedente antichissima fortificazione detta il “Forte di Pietra”.
Dato il suo stato è stato set di numerosi film, tra cui l'eccellente Excalibur di Johon Boorman.
Qui la situazione è quella di un complesso di edifici ben mantenuto, compreso l’arredamento. E’ ben possibile anche vedere l’evoluzione delle strutture secondo le esigenze militari che si andavano manifestando nel cambiare dei tempi.


Cahir Castle

Anche qui avrei voluto “vagabondarci dentro” di più.
Tipo l’esperienza che ebbi anni fa nel bellissimo castello di Bardi. Era aperto nel senso più completo alla visita e ne ho potuto girare tutti gli angoli, da quelli sontuosi delle stanze della corte, a quelli funzionali e severi dell’aspetto militare, a quelli tristi delle prigioni e delle angoscianti (non scherzo né faccio retorica) segrete (magari adatte a certa gente).
Blarney Castle è fondamentalmente un’ampia torre-mastio che fa pensare alle nostre motte di Paternò e di Adrano. Si trova un un ampio sperone che svetta su una dolce piana, dove scorre un fiume e il suo affluente, mentre alle sue spalle, poco lontano, c’è un piccolo lago. Come gli altri, il castello, del XV secolo, è stato costruito su una preesistenza molto più antica. Anche se è abbastanza conservato come struttura, è spoglio di arredi e un po’ “consumato” nelle sue parti. Oggi è il punto eminente di un grande e bel parco, con molte bellezze naturali vegetali e di paesaggio.


Blarney Castle

Oltre il fascino delle vecchie mura, questo castello è famoso per una misteriosa pietra incastonata in un punto assurdo, nella parte inferiore della cinta merlata sull’orlo estremo di una caditoia. Questa pietra, si dice, è un frammento della sacra Lia Fail di Tara o della altrettanto sacra Pietra di Scone, ha il potere di donare l’eloquenza a chi la bacia. Ora, il fatto è che è estremamente difficile e un po’ pericoloso effettuare questo gesto, per quanto oggi abbiano messo delle strutture di appoggio e un volenteroso paesano che ti “tiene per i piedi” mentre ti butti in rovesciata a testa in giù…

La Caditoia con la "Pietra dell'Eloquenza"

In tutti i castelli si poteva, ovviamente, ammirare un sontuoso e verdissimo, alberato, panorama. La Terra di Smeraldo.
Certo, si tende ad anelare a quello che non si ha, penso pure al verde delle Alpi e delle Dolomiti (ma anche lì la percentuale di cretini e “orchetti” è pari agli altri luoghi). E, pensandoci bene, trovo che le nostre distese di Sicilia nelle parti ancora poco abitate hanno il loro fascino e la loro potenza anche negli aridi periodi dell’Estate (e a quel paese il Tomasi, ne parlerò prossimamente, anche di questo).

Verde Eirinn

Un altro paio di castelli li ho visti solo da una certa distanza, non li ho visitati. Il primo, vicino al Giant’s Causeway, è il Dunluce Castle, famoso per aver ispirato (e in parte anche ospitato) un set del Trono di Spade (del Trono parlerò maggiormente in un altro post). Anche qui parliamo di rovine poste su alcune alte rocce, questa volta sul mare. In parte mi è sembrato di essere da noi, con questi magnifici edifici lasciati andare senza volontà di recupero, ma la guida mi dice che comunque le strutture sono curate e consolidate. E io mi danno per il bellissimo castello di Calatubo che si sbocconcella anno dopo anno. La roccia che ospita una delle parti del castello ha alla base la “Caverna della Sirena”, evidente ricordo di una antica presenza di una divinità legata al mare, forse una figlia di Manannan McLir. Cito anche il Kinbane Castle, per chiudere, un vero belvedere sulla lontana (ma non -issima) costa scozzese, su quel tratto di mare e sulle isolette che vi si bagnano.

Kinbane Castle

Pensiero finale. La magia dei posti deve continuare a esistere, se vogliamo sopravvivere e non diventare come gli ignavi di Dante o, poco meglio, menati dal vento nel vento come gli infelici del secondo cerchio. La conoscenza aiuta l’istinto ad amare ed apprezzare quello che ti ha generato e reso quello che sei. Oltre padre e madre, e la schiera degli antenati, il luogo dove nasci e cresci, la sua storia, la sua cultura, formano te e ti rendono unico.
A volte capita di trasferirsi da piccoli in un altro luogo e vivere là. Ma come il ragazzo adottato a un certo punto vuole conoscere i suoi genitori di sangue, così l’esule va a riconoscere la terra natale per completare la sua immagine e il suo essere.
Solo così, avendo chiara la propria identità, solo così è possibile guardare, interpretare, capire ed apprezzare quella di altri paesi e dei loro popoli.
Sennò è un semplice passare, guardare, e istagrammare questo e quello...

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