[Gli Insegnamenti del Viaggio – 4]

Saint Bartholomew the Greath e altre “isole” storiche nella Londra contemporanea


San Bartolomeo il Grande è una (ovviamente) grande chiesa che risale alla prima metà del XII secolo, quando venne edificata insieme ad un ospedale di sua pertinenza. A quei tempi l’area di costruzione era un terreno periferico, una campagna. Più tardi si sviluppò lì intorno il quartiere dei fabbri. Oggi parliamo di fare una camminata di dieci minuti dalla piazza della cattedrale di St Paul per raggiungere questa chiesa.
San Bartolomeo il Grande conquistò subito una certa fama per via di numerose guarigioni miracolose ottenute da questuanti che lì si recavano, guarigioni che avevano il loro picco in coincidenza del giorno dedicato al santo titolare, il 24 Agosto.
Nella ampia piazza che sta fra l’ospedale e la chiesa si svolse, il 23 Agosto 1305, il supplizio di sir William Wallace, l’eroe dell’indipendenza della Scozia.
Dalla sua fondazione questa chiesa è l’unica sopravvissuta senza distruzioni nella città di Londra, resistendo agli incendi, alle varie beghe religiose inglesi, alle manie di rinnovamento, ai bombardamenti dell’ultima guerra.
L’aspetto medioevale, anche se alcune parti sono ricostruzioni posteriori in stile, è suggestivo e accattivante. Infatti, ha fatto da set in numerosi film, tra cui “Quattro Matrimoni e un Funerale”, vari film su Elisabetta I, “Sherlock Holmes” con Robert Downey jr., “Biancaneve e il Cacciatore”, “Age of Ultron” e altri.
Ah, ovviamente c’è un fantasma o due…


L'Arco d'ingresso al complesso di St Bartholomew the Great

Si entra nello spazio del Saint Batholomew attraverso un piccolo arco trecentesco sormontato da una facciata a graticcio dell’epoca Tudor. Un giardino – corte di edifici non antichi come la chiesa, ma in grado di segnare una differenza di atmosfera temporale. Pur se incombono più in là palazzi moderni, lo stacco con gli spazi e gli edifici circostanti è avvertibile.
Gli spazi all’interno sono interessanti per la composizione degli elementi e si può trovare un ordine armonico nella successione degli interventi costruttivi e di adattamento che l’edificio, come molti altri, subì nei secoli. Nelle foto allegate il lettore può avere un’immagine dell’edificio e trarne le sue osservazioni.

Il "Sagrato" della Chiesa
Il memoriale dell'esecuzione di William Wallace

 L'interno della Chiesa

Le città sono delle entità viventi (vedere la puntata n.° 3 de "Gli Insegnamenti del Viaggio"), almeno quelle vere. Hanno una loro coerenza che inizia con il luogo in cui sorgono, che è tale anche prima che gli uomini lo riconoscano e decidano di costruire lì il loro insediamento. Il rapporto tra il luogo e la sua natura, la sua energia, e gli uomini che lo popolano per i secoli, anzi i millenni, si manifesta nei luoghi della città stessa che si forma. Le forze della natura sono identificate dai capi di quegli uomini – i “fondatori di città” dei miti - come esseri divini e tale identificazione poi si mantiene uguale anche se cambia il nome o la raffigurazione della divinità.
Nei secoli i luoghi possono essere stravolti e perdere il legame spontaneo che deve esserci tra la “presenza” e gli abitanti. Si può formare un eccesso di cerimoniosità, l’apparenza può sovrapporsi alla sostanza, ma un legame rimane sempre.
Al contrario, possono esserci dei posti che mantengono il loro nucleo intatto, ed è possibile “sentirlo” camminando per le vie urbane, errando, disposti ad essere ricettivi.
Molte città europee sono state stravolte e sventrate per costruire scenografie grandiose e teatrali, per scopi di speculazione edilizia, per ragioni di controllo dei cittadini. Parigi ne è un esempio clamoroso, che è difficilissimo ritrovare i punti antichi, salvo che in alcuni angoli della “rive gauche” e all’interno di costruzioni ora isolate per la distruzione del tessuto urbano che le circondava.
Da sempre, viaggiando o anche girando per la mia città, Palermo, spesso mi lascio andare per strade e vicoli, cercando di seguire le sensazioni e le impressioni, cercando gli itinerari ancestrali non scritti e spesso alterati, sfregiati dalle nuove costruzioni, da tagli di vie o piazze nati da demolizioni. Ci sono percorsi che si possono leggere nelle tradizionali mappe cartacee, o semplicemente con gli occhi: le strade più antiche, i vecchi corsi d’acqua, i “passaggi”, i cambi di livello. Tante cose. E, girando, peregrinando, a volte con un’idea, a volte con l’istinto, si vanno a trovare i punti nodali, gli incroci di energia, gli angoli del sacro dovi “senti” ed incontri il “demon”, il “Genius Loci”.
E questa ricerca, nel possibile, ho cercato di effettuarla nei miei finora tre viaggi anche nella Londra quasi cancellata da vicissitudini storiche (si potrebbe dire che è ANCHE questo un segnale). La ricerca di questa “Londra Anteriore” voglio aggiungere qualche altro punto.
Le volte precedenti ero stato al complesso di Westminster Abbey, ma si tratta di un punto non propriamente attribuibile alla “Londra Ancestrale”, perché, di fatto, ai tempi era al di fuori della città antica, Westminster era un’isola. Fu presto inglobata nella rete urbana ed è un luogo forte, pieno di energie e tracce ma, nella selva di tombe e memoriali, nella folla di turisti, si perdono le fioche permanenze. Sono più avvertibili poco più in la, camminando per le costruzioni restanti e le corti dell’antico monastero.
Come il Notre Dame a Parigi, il complesso monumentale è stato isolata dall’antico tessuto storico, e questo ne diminuisce l’amplificazione. Si dovrebbe poter percorrere gli spazi in una situazione di scarsissima presenza di folla, ma è una cosa difficile da trovare. Altri luoghi risuonano con potenza anche se affollati, qua invece no.
Un altro punto particolare è la Temple Church, chiesa in origine dei cavalieri templari e oggi in una specie di isola all’interno di un chiuso complesso corti, spazi verdi ed edifici sedi degli avvocati inglesi. Questo complesso si trova a sud della Fleet Street, dove c’è la Old Bank of England, tra questa strada e la riva del Tamigi. L’accesso è quasi celato, e devi sapere bene dov’è per entrarvi dentro. Gli spazi respirano dei tempi passati, ma la chiesa, dalla forma piuttosto singolare, è ben più antica dei palazzi che la circondano.


Temple Church

Non ho avuto possibilità di esaminarla, stante orari scomodi per la visita. Una prossima volta ci andrò, anche per vedere la tomba di William the Marshal (grande cavaliere e condottiero, campione nei tornei, considerato esemplare per abilità e cortesia dai suoi contemporanei; su di lui esiste un bellissimo libro di Geoges Duby edito da Laterza: “Guglielmo il Maresciallo – L’avventura di un cavaliere).
Esistono altri piccoli punti dove emergono dei resti o alcune architetture smozzicate, circondate da palazzi anche recentissimi che vi incombono sopra.
Particolare, questo si un “posto” con buoni crismi, è il giardino dove si ergono le rovine di St Dustan in the East, un posto molto amato da mia moglie Roberta e dove R.A. Eller vi ha ambientato una triller-osa scena del suo libro “Nemesi”, il secondo della ormai acclamata saga di Gunsight.
Molta gente si reca in questo posto pieno di atmosfera per rilassarsi, leggere, allontanare la mente dalla pressione della City. Se passate per Londra e non lo conoscete, andateci.


St Dustan in the East

Ancora due punti: St Olave, più volte ricostruita, ha alcune permanenze tra cui un piccolo, esoterico labirinto. Lì vicino i resti della chiesa di St Hallows by the Tower sono più che altro una curiosità.


Il Labirinto di St Olave

Varcando il Tamigi c’è la Southwark Cathedral, grande chiesa con dei resti molto antichi e molto ricostruita. Purtroppo è soprattutto un matrimonificio, ora come ora.
Comunque, “...nella sua dimora a R'lyeh il morto Cthulhu attende sognando...”

Commenti

Post popolari in questo blog