Diffusione delle scuole di Katori – Kashima nel Giappone nel ultimo periodo Edo (periodi Bunka, Busei, Tenpō e Bakumatsu → circa 1804/1868)

Uno Studio dell'Istituto Budō Kenkyukai


Questo studio parte da un interessante documento trovato in un archivio Web. Si tratta di un elenco di scuole di Arti Marziali attive nell’ultima parte del Periodo Edo (1603/1868) prendendo in considerazione soprattutto l’ultimo cinquantennio, tra cui il periodo della Riforma Tenpō (1841) e quello del Bakumatsu (1853/1867).

Questo elenco permette di effettuare uno studio in grado di dare alcune notizie sulla diffusione delle scuole Koryū e si trovano degli spunti sulle modifiche che le stesse facevano o subivano per adeguarsi ai tempi.

In questo specifico scritto ci occuperemo della presenza e diffusione nel paese delle scuole che avevano principale sede presso i Santuari di Katori e Kashima, e delle loro sussidiarie o derivate.

                                        Regioni storiche del Giappone


Il
documento è un semplice elenco, un censimento, territorio per territorio, delle scuole riconosciute attive. Il documento raccoglie i dati estratti da più elenchi compilati nelle varie ere di questo periodo. Lo scritto non è esente da errori di composizione, e il sistema usato dai traduttori di riportare e dividere le scuole secondo la suddivisione attuale in regioni, prefetture e distretti, è discutibile, ma almeno ogni scuola viene riportata in romanji (caratteri latini) e corredata dagli ideogrammi originali, cosa che aiuta a riconoscerle e a confermare alcune ipotesi di raggruppamenti interni.

Le scuole principali di Kashima riportate sul documento sono: Kashima Shinden Jiki Shinkage Ryū, Kashima Shintō Ryū, Bokuden Ryū. Più altri rami e derivati che tratteremo.

Le scuole principali di Katori, a loro volta, sono: Katori Shintō Ryū e Iizasa Ryū. Qui ancora più interessanti le numerose scuole derivate.

Soprattutto nel caso del Tenshin Shōden Katori Shintō Ryū è noto di prestigiosi Ryū formati da allievi dei vari Sōke della scuola del Santuario: Shinkage Ryū (e quindi Yagyū Shinkage Ryū, Hikita Kage Ryū, Hōzōin Ryū, Taisha Ryū), Ippa Ryū, Jigen Ryū, Shintō Musō Ryū, Tennen Rishin Ryū e altre. In questo studio non mi occupo di queste scuole già note, piuttosto di altre che, probabilmente, hanno conservato alcuni aspetti del patrimonio tecnico antico.

Una nota: i due santuari erano aree sacre già prima dell’arrivo degli Yamato nella regione “al di là della barriera”, e già vi erano presenti culti degli Emishi che poi furono sincretizzati con due figure del pantheon Shintōista, due Dei potenti che avevano “pacificato” il paese preparandolo all'avvento di Ninigi no Mikoto. Abbiamo pochi elementi come fonti ma, da quello che traspare da queste, è possibile considerare molto legate tra loro le due istituzioni sin dai tempi più arcaici, come spesso accade anche in altri ambienti religiosi nel mondo. Per cui, a parte degli aspetti di rivalità, che appaiono più delle “debolezze” di questo o quell’esponente religioso o del Bugei, penso che sia una impostazione più corretta considerale interagenti e con patrimoni culturali e religiosi comuni.

Partiamo dal Santuario di Kashima. Qui c’è notizia di un’antica tecnica di spada rivelata al guerriero Kuninazu no Mabito e preservata all’interno di quattro “Famiglie Guardiane” già nel VII secolo dC. Nel XV secolo e a seguire si svilupparono le scuole che noi conosciamo e che sono soggetto di questo articolo (vedere articoli di questo blog del 21 e 26 Giugno 2023).

Le scuole di partenza di Kashima sono due e la più antica, sdoppiatasi in seguito in Kashima Shin Ryū e Kashima Shinden Jikishinkage Ryū, fu quella creata da Matsumoto Bizen no Kami Masanobu a cavallo tra XV e XVI secolo, unendo l’insegnamento nel Tenshin Shōden Katori Shintō Ryū ricevuto dal fondatore Iizasa Ienao sensei, la pratica del Kashima no Tachi di famiglia e una illuminazione ricevuta alla fine di uno Shugyo compiuto presso il santuario. Qualche tempo dopo Tsukahara Bokuden, erede di un’altra delle “Famiglie Guardiane” di Kashima e già esperto nel Kashima no Tachi, ricevette degli insegnamenti di Tenshin Shōden Katori Shintō Ryū da un nobile locale ce lo aveva adottato (di passaggio, sia Matsumoto che Bokuden erano imparentati con gli Iizasa) e di Kashima Ryū da Matsumoto Masanobu. Dopo un viaggio di studio e molti duelli vinti, intorno al 1530 fondò il Kashima Shintō Ryū.

Esistono altre due scuole legate a questo santuario, il Bokuden Ryū derivato dal Kashima Shintō Ryū e un altro Kashima Shintō Ryū fondato sempre nella zona del santuario da Iizasa Morinao, secondogenito di Iizasa Ienao sensei (Kashima Shintō Ryū Zasuke-no-So) di cui, more solito, non abbiamo al momento nessun’altra notizia.

Esaminiamo queste scuole di Kashima, ovviamente sono tutte Sōgo Bujutsu, scuole complete.


Il KASHIMA SHIN RYŪ [鹿島神流] rappresenta la scuola più antica, ma non è nominata con questo nome nella lista soggetto di questa ricerca. Non sappiamo se ci fosse un altro nome più antico (spesso, in queste scuole classiche, il nome viene modificato dai caposcuola eredi successivi) o se la sua frequenza fosse molto riservata. Sappiamo, comunque, che la scuola si sviluppò con una sede lontana dal santuario e rimase abbastanza esclusiva fino al periodo Meiji (che è successivo ai documenti trattati).


Il KASHIMA SHINDEN JIKI SHINKAGE RYŪ [鹿島神傳直心影流] è la scuola che appare più diffusa nel paese tra quelle di Kashima e Katori, rivaleggiando con altre scuole famose come l’Ittō Ryū, con quarantanove sedi sparse per il paese direttamente legate alla sede principale e altre ventuno dei rami Naganuma, Odani, Fujiwara e Oda. Si trova, secondo i documenti, in tutte le regioni dall’Hokkaidō al Kyūshū comprese le isole minori. Le regioni con più centri sono il Kantō e il Kyūshū, ognuna con tredici centri.

A cosa si deve questa grande diffusione?

Si deve sottolineare un punto importante: secondo le scuole, la loro ideologia di base e i Capimastri dei vari periodi, l'accesso a nuovi allievi è molto selezionato o molto aperto, con fenomeni di ricerca del consenso e proselitismo o, al contrario, di isolazionismo. Il Jiki Shinkage Ryū, tra la fine del XVIII secolo e la prima metà del XIX fece una grande operazione di reclutamento attraverso lo sviluppo dei tornei con le armature di protezione e le spada di bambù, chiamati Gekiken e la diffusione fu aiutata dai successi che gli allievi di questa scuola vi riportavano. A questo contribuirono degli eccezionali maestri che questa stessa scuola ebbe nello stesso periodo:

- Sakakibara Kenichi fu il XIV Capomaestro e uno degli alfieri del Gekiken mentre sua moglie fu capostipite della linea che si interessò unicamente alla Naginata, anche qui con gli incontri sportivi che sono arrivati fino ad oggi (Atarashi Naginata);

- La linea Naganuma discende dal VII Capomaestro, Yamada Ippusai. Nel XIX secolo operava Naganuma Masato, un forte esperto. Lo stesso Yamada Ippusai fu uno degli inventori dell’equipaggiamento protettivo e dello Shinai;

- Un altro famoso maestro del XIX secolo fu Odani Nobutomo, fondatore della sua linea di Jiki Shinkage Ryū e fortissimo combattente;

- Shimada Toranosuke è invece uno dei tipici fenomeni che scaturirono in quei tempi, che viveva facendo il “campione” di Gekiken ed era molto propenso ad usare furbizie e “colpi da gara” per vincere le medesime. E’ una figura discutibile, ma promosse molto queste gare da intrattenimento popolare e lo stesso Jiki Shinkage Ryū.

Tutti questi maestri furono molto attivi a promuovere gli incontri combattivi tra esponenti di varie scuole (Taryūjiai, Gekiken) e presto molti Daimyō vollero aprire sale di pratica e promuovere tornei tra i loro samurai, spesso chiamando esperti di Jiki Shinkage Ryū.

Questo spiega la diffusione della scuola in modo così ampio nel paese. Ora occorre notare un altro fattore importante, che è poi in comune con le altre scuole dell’area Katori/Kashima: sulle settanta sedi riportate sopra, tra linea principali e “-ha”, vediamo che solo quattro sono complete e solo due hanno più di una specialità mentre sessantuno fanno solo Kenjutsu, due solo Sōjutsu e una solo Iai. Questo rivela un altro aspetto del periodo Edo finale: la maggior parte (direi schiacciante) delle scuole non proponevano tutto il programma, ma solo la specialità più richiesta o quella ricercata dal clan dominante locale. Per il discorso della popolarità del Gekiken, la spada era, evidentemente, l’arte più praticata. Questo è il primo dei “Punti di Riflessione” che tratteremo nella parte finale di questo articolo.


Il KASHIMA SHINTŌ RYŪ [鹿島新当流] è stato fondato da Tsukahara Bokuden intorno al 1530. Il fondatore unì le sue conoscenze dell’antico Kashima no Tachi della famiglia Urabe/Yoshikawa e quelle di Tenshin Shōden Katori Shintō Ryū imparato del padre adottivo Tsukahara Yashimoto. Queste conoscenze furono sublimate poi dall'illuminazione conseguita dopo un periodo di austero allenamento presso il Santuario di Kashima.

Ricordo che le cronache riportano una seconda scuola chiamata Kashima Shinto Ryū (o Kashima Zasuke no So) fondata dal secondogenito di Iizasa Ienao Ryūsō, Iizasa Morinao, che si era trasferito a Kashima e lì aveva fondato la famiglia Zasu.

Al confronto dei “cugini” dello Jiki Shinkage Ryū questa scuola mostra nel XIX secolo uno sviluppo assai limitato. Ci sono solo sei scuole, una completa, tre che praticano solo Kenjutsu, due solo Bōjutsu. Le regioni sono Hokkaidō, Tōhoku, Kantō, Koshin’etsu e Tōkai [Nelle foto che accompagnano questo articolo vi è una cartina della divisione in regioni e prefetture del Giappone, come riferimento]. Questo sembra un po’ strano visti i famosi viaggi di Tsukahara Bokuden e i successi conseguiti e la maestria che aveva conseguito un suo allievo Daimyō di Ise. Una ipotesi verrà formulata più avanti, in questo testo ed è il secondo “Punto di Riflessione”. Pare che una parte del programma sia andata persa negli ultimi due secoli. Anche questo ricade nel primo “Punto di Riflessione”.


Il BOKUDEN RYŪ [卜伝流] è una scuola poco conosciuta in Occidente ma con diversi centri in Giappone. Si origina da un nipote di Tsukahara Bokuden, Ishi Bokuya sensei, che lo trasmise con questo nome a Ishihara Ichibei. La scuola era un Sōgo Bujutsu come la scuola madre. In seguito un Caposcuola vi immise elementi del Sekiguchi Ryū.

Un’altra notizia: una tradizione del Santuario di Katori dice che uno dei nomi antichi della scuola di Iizasa Ienao sensei era pure “Bokuden Ryū” ma con altri ideogrammi [木伝流 – lett.te Scuola trasmessa dall’Albero]. Ma di questa scuola non c’è traccia nei documenti in esame.

Diffusione: si contano undici scuole, nessuna con il curriculum completo. Più diffuso il Kenjutsu, con sei scuole, poi Naginata, Bōjutsu, Sōjutsu, Kodachi, Jōjutsu, Kusarigama jutsu e Koshimawari. Le sedi erano in Tōhoku, Kantō, Koshin’etsu, Tōkai e Kansai.


Passiamo al Santuario di Katori. Anche qui è conosciuta una tradizione di un antico Katori no Tachi che veniva praticato dalle famiglie guardiane del Santuario. Gli Iizasa erano probabilmente una di quelle quattro famiglie . Il loro albero genealogico li identifica come un ramo cadetto della famiglia Taira, il gruppo Taira dell’Est che si era stabilito nel Kantō (e tra i suoi elementi di spicco ci fu Taira no Masakado), prendendo poi il cognome “Myōden” di Chiba e diventando i signori feudali di quella zona. Il ramo Iizasa si generò, secondo alcune fonti, tra la fine del XIII e l’inizio del XIV secolo; di conseguenza e probabilmente questo ruolo di “protettori” fu assunto attraverso un matrimonio o una adozione.

Le scuole di Katori sembrano essere molto più “riservate” nella loro attività rispetto ai cugini di Kashima. Nel libro “Tenshin Shōden Katori Shintō Ryū Budō Kyōhan” di Sugino ed Itō, nella sua presentazione, l’allora XIX sōke Iizasa Kinjirō ammette che la scuola sia vissuta per un lungo periodo in un certo riserbo dall’inizio della restaurazione Meiji, isolamento che fu progressivamente modificato nell’interregno di Yamaguchi sensei e poi abbandonato grazie anche a Jigorō Kanō sensei e ai suoi allievi, i maestri Mochizuki e Sugino.

Le scarse fonti comunque assicurano che nelle epoche Sengoku ed Edo ci fu un certo “traffico” in entrata e in uscita dal Santuario. In un altro scritto ho teorizzato che alcuni Sōke avessero compiuto dei viaggi di Shugyō per il paese, probabilmente prima di subentrare il padre nella carica. Sono fatti che ancora vanno verificati, ma probabili.

Comunque molte scuole fiorirono dalla originaria. Qua non ce ne occuperemo in modo organico e completo ma vogliamo aggiungere qualche nota su alcune “scuole” locali che probabilmente conservavano o forse ancora conservano parte degli insegnamenti del Tenshin Shōden Katori Shintō Ryū oggi non più tramandati dai rami ufficiali. Questo è il terzo “Punto di Riflessione”.


Scuola ufficiale del santuario di Katori è il TENSHIN SHŌDEN KATORI SHINTŌ RYŪ [天眞正傳香取神道流]. La sua diffusione nell’arcipelago appare nel documento molto ristretta. Infatti troviamo solo due scuole di Kenjutsu, una nella prefettura di Miyagi (Tōhoku) e l’altra in Ibaraki, nel Kantō. Sempre nel Kantō e a Ibaraki un’altra scuola tratta Naginatajutsu, Bōjutsu e Torite (Arte del Legare) e ancora un’altra di Bōjutsu, mentre nella prefettura di Gunma un’altra scuola tratta solo la Naginata. Infine, incredibilmente, l’altra unica scuola legata al ceppo principale si trova nella prefettura di Nagasaki e pratica il Bōjutsu.

Dato che l’Hōnbu Dōjō si trova in quella che attualmente è la prefettura di Chiba e prima era collocata nella provincia di Shimosa, va dedotto che non è stato registrato in questo elenco, pur esistendo con certezza. Un altro argomento interessante deriva dalla notizia certa che, nei primi decenni dell’Ottocento, era molto attivo e famoso il sedicesimo sōke, Iizasa Morishige detto Kan-Rikusai, che rilasciò circa ottanta licenze Menkyō a ottimi studenti che erano samurai di rango di vari feudi, provenienti da tutto il Giappone, dal Nord al lontano Kyūshū. E’ evidente che queste persone non insegnarono ufficialmente ad altri con una scuola costituita o che portarono delle modifiche al nome che resero pubblico. Questo è sempre nel secondo punto, che tratteremo più avanti.


L’altra scuola legata al Santuario è l’IIZASA RYŪ [飯篠流]. Fu fondata da un allievo del sesto sōke Iizasa Morishige, un samurai chiamato Ajioka Saburōemon Nagasasumi e avvenne verso la fine del XVI secolo. Il programma della scuola ricalca quello della “casa madre” con l’uso del Nagadachi, della Naginata e del particolare tipo di lancia detto Ōmi no Yari. Nell’elenco è descritta una sola scuola nella prefettura di Saitama, che pratica il Naginatajutsu. Delle scuole di questo Ryū esistono ancora oggi e si possono trovare dei filmati di dimostrazioni in ricorrenze di Enbu.


Ora parliamo di altre scuole fondate da allievi diplomati del Tenshin Shōden Katori Shintō Ryū. Non vogliamo trattare, in questa sede, delle più famose come Ippa Ryū, Tendō Ryū, Shinkage Ryū, Jigen Ryū e Tennen Rishin Ryū, ma di altre scuole meno diffuse.


L’ANAZAWA RYŪ fu creato da Anazawa Tonomonosuke Morihide, allievo del IV sōke, Iizasa Moritsuna, che era conosciuto per la sua abilità con la Nagadachi e la posizione/tecnica “Sen-Nagashi” (Ventaglio Ruotante). Nel fondare la sua scuola, Anazawa Morihide aggiunse alla scuola di Katori il Bōjutsu della scuola Isshin Ryū. l’Anazawa Ryū nacque intorno al 1580 e insegnava Naginatajutsu, Sōjutsu, Nagareyari e il Kenjutsu col Nagadachi. Sono riportate dieci sedi divise nelle regioni del Tōhoku (tre), nel Kantō (tre), nel Tōkai (una) e nel Kyūshū (tre). Da questa scuola deriva lo SHINTŌ ISSHIN RYŪ [神道 一心流] che ne ereditò soprattutto le tecniche di Kenjutsu con la Nagadachi. Di questa scuola nel documento troviamo sedi nel Kantō (due, di cui una presso un ramo Tokugawa a Edo) e nel Koshin’etsu (due).

Sempre in questo gruppo di scuole voglio accennare anche all’HONMA RYŪ fondata da Honma Zanzaemon che fu un allievo di Hayashizaki Jinsuke per lo Iai (XVI secolo) e unì a questa disciplina le tecniche di Kenjutsu e Sōjutsu della scuola di Katori nelle scuole che a sua volta aprì del Tōhoku.

La Nagadachi rientra nel terzo “Punto di Riflessione”.


Negli elenchi del documento compaiono, distribuite in tutto il paese, molte scuole con la parola Shintō nel loro nome. Indubbiamente parecchie di queste sono legate alle scuole originarie dei Santuari di Katori e Kashima, ma per ora gli elementi sono troppo pochi per poter fare una vera identificazione. Segnaliamo che “Shintō” nelle varie scuole viene scritto con almeno nove coppie diverse di ideogrammi:

- 神道 → “Via degli Dei”

- 新当 → “Nuova ed Autentica”

- 神当 → “Autentica Divinità”

- 真道 → “Via Autentica/Sincera”

- 新道 → “Nuova Via”

- 神刀 → “Spada degli Dei”

- 真当 → “Verità Autentica”

- 真刀 → “Spada Autentica/Sincera”

- 心刀 → “Spada dello Spirito/Mente/Cuore”

Nel Kyūshū c’è una scuola Shintō Ryū che insegna il Suijutsu (Nuoto con l’Armatura). Ci sono notizie che il Suijutsu era uno degli insegnamenti del Tenshin Shōden Katori Shintō Ryū poi non più trasmesso.

Veniamo ora ai “Punti di Riflessione”.


Primo: Il Gekiken e le Discipline Perdute.

In questa abbondante prima parte del secolo XIX prese piede l’iniziativa di praticare all’interno delle varie scuole una forma di combattimento libero indossando armature e caschi protettivi, e usando come spada un attrezzo formato da listelli di bambù. Dei maestro-imprenditori o dei Daimyō con idee competitive ebbero l’idea di indire tornei aperti in cui adepti di scuole diverse, con armi uguali o no, si scontrassero secondo delle linee di regolamento. Questa usanza portò in molti casi a trascurare l’allenamento tradizionale fatto di studio delle forme e comportò l’individuazione dei “colpi da gara”, tecnici e no, che erano in grado di condurre alla vittoria nella competizione. Molti centri diventarono semplicemente delle “palestre di sparring” e si faceva solo quello che poteva essere utile in queste competizioni. Questo portò a trascurare, o a cancellare delle grosse parti di programma.

Questa azione di selezione era già attiva da prima e prese sempre più piede. Molte scuole avevano “aggiornato” il loro curriculum cambiando sia dei modi di fare la tecnica sia non insegnando più alcune discipline che non corrispondevano alla situazione politica del tempo. Per cui armi come la Nagadachi o il Nagamaki, discipline come il nuoto in armatura, il Kyūjutsu, e altre specialità furono progressivamente abbandonate. Si diffuse una sorta di “specializzazione” con scuole che si concentravano sul combattimento a mani nude e altre che diventavano progressivamente “mono-arma”. Questo scenario è ben illustrato dall’analisi del documento.

Per cui, già da prima dell’evento della Riforma Meiji e del nascere del Gendai Budō c’era una situazione in cui le Koryū, soprattutto quelle più complete, subivano un impoverimento dei loro curriculum e, in certi casi, una specie di rifondazione.


Secondo: Gli allievi diplomati in feudi lontani e le loro scuole.

Nen Ami Jion, Tsukahara Bokuden, Kamiizumi Nobutsuna sono tre maestri di cui è documentata la loro attività in viaggi di istruzione e diffusione della propria disciplina nei paesi più lontani dal loro di residenza. Per Nen Ami e Kamiizumi vediamo che tutti i loro allievi diplomati e autorizzati modificarono il nome che il loro maestro dava alla disciplina più o meno radicalmente. La modifica più semplice era l’aggiunta del proprio cognome. Per Tsukahara Bokuden non ci sono molte notizie, sappiamo che conferì tutti i segreti al Daimyō di Ise Kitabatake, che poi fu abbattuto e ucciso da Oda Nobunaga. Altri allievi dell’Ovest, tra cui Ujii Shoken, furono anch’essi travolti dall’epoca Sengoku. Per cui non abbiamo, al momento, fonti sull’esistenza di scuole derivate dall’insegnamento di Bokuden fuori da Kashima e quale nome avessero, eventualmente, adottato.

Per quanto riguarda il Katori Shintō Ryū, le scuole di allievi diretti dei vari sōke sono conosciute e si vede che tutti cambiarono il nome e molti fecero una scelta ristretta delle discipline da trasmettere nella loro elaborazione.

In generale va segnalata una cosa: come furono tralasciate delle discipline, c'è anche un fatto che va al contrario: alcune cose della scuola madre invece pare che sopravvissero in queste scuole derivate, anche se non erano più praticate presso la sede originaria. Ne riparliamo nel punto successivo.


Terzo: L’essenza in comune tra le scuole di Kashima e Katori, le discipline perdute e un esempio, la Nagadachi e i Tonbo-e.

Gli studi che finora ho fatto sulle scuole di Bugei del Kantō e dei paralleli con altre scuole, quelle di cui esistono fonti e materiali consultabili, mi hanno fornito alcune interessanti elementi che dovranno essere approfonditi. Al di là delle differenze che poi i singoli fondatori delle varie scuole legate ai due Santuari hanno usato per caratterizzare le loro discipline, in base alle loro particolari abilità e cultura (generale e marziale), la mia sensazione è che il nucleo fondamentale sia in comune tra tutte e che sia identificabile osservando le tecniche e esaminandone i principi. E parte di questo “patrimonio cromosomico-marziale” (credo si possa definire il “Nucleo Funzionale”) sia poi stato trasmesso in misure diverse nelle scuole da loro derivate.

Questo argomento di ricerca necessita della fondazione di una disciplina accademica, che per ora possiamo chiamare “Filologia Marziale”. Ne parlo in conclusione di questo testo.

Un altro punto è la perdita di varie discipline, o il loro svuotamento, che queste scuole così ampie hanno subito per adattarsi ai secoli. Vediamo che oggi, il Kashima Shintō Ryū ha perso molte delle sue aree di studio e nel Katori Shintō Ryū siano scomparse le specialità tecniche di Tiro con l’Arco, Nuoto con l’Armatura, Equitazione Marziale. Inoltre le discipline “Culturali” sono trattate in modo molto parco e quasi passate sotto silenzio. E’ più che possibile che altri gruppi tra le scuole derivate abbiano ancora conservato parte di questo materiale e che, attraverso questo riconoscimento e l’accesso ai documenti antichi del Ryū, si possa rifondare questo patrimonio e trasmetterlo.

Un punto esemplare può essere individuato nell’arma detta “Nagadachi”, compresa nel patrimonio tecnico del Tenshin Shōden Katori Shintō Ryū tanto da essere uno dei punti di forza della scuola stessa, si cita il IV sōke, Iizasa Moritsuna, famoso nel paese per la sua abilità con quest’arma.

La Nagadachi è un tipo poco conosciuto di spada del periodo Sengoku. Sappiamo che le spade di questo periodo erano più lunghe di quelle poi usate nel periodo Edo e che esistevano delle spade particolarmente lunghe dette Ōdachi o Nodachi. Matsumoto Masanobu, fondatore della scuola di Kashima, era famoso per l’uso di tale arma sul campo di battaglia. Poi, sempre nel periodo Sengoku era molto usata dalla fanteria un’altra arma, chiamata “Nagamaki" e era formata da una lama di spada molto lunga con una impugnatura di lunghezza eguale.

La Nagadachi sembra essere una versione intermedia tra la spada lunga e la Nagamaki. Aveva una lama piuttosto lunga, ma la sua elsa era più vicina come struttura e dimensioni a quella della spada normale, pur essendo ovviamente più lunga. Nella scuola Tenshin Shōden Katori Shintō Ryū era uso dare dei rotoli di graduazione con elenchi di tecniche e disegni redatti nello stile detto “Tonbo-e” o delle libellule. Si tratta di disegni assai schematici ma perfettamente leggibili. Se si va a vedere qualcuno di questi disegni di questi rotoli della scuola, si noterà che le figurine che rappresentano i praticanti tengono spade assai lunghe. Si può pensare ad una rappresentazione esagerata per motivi di leggibilità didattica, ma le altre figurine che tengono invece una lancia, i tipici “Omi no Yari” della scuola, sono in perfette proporzioni con l’arma stessa. In alcuni casi le figurine armate di spada (Nagadachi?) e lancia appaiono nella stessa vignetta. Per cui non è difficile pensare che l’arma del Kenjutsu originale della scuola di Katori – o di una parte di esso – fosse una Nagadachi piuttosto che il Tachi più corrente. Personalmente ritengo che uno studio investigativo su questa direzione sarebbe più che interessante.


Filologia delle Arti Marziali

Questo è un punto a cui penso molto da diverso tempo e credo che sia un importante strumento di studio, oltretutto necessario.

La Filologia è quella scienza che analizza testi di antichi documenti per ricostruirne la forma originaria, individuando errori di copiatura, interpolazioni, modifiche avvenute nel tempo. L’analisi è critica e comparata con altri documenti coevi e no, con tutti i dati della cultura e dei costumi dell’epoca, si usa lo studio della parola e del linguaggio attraverso i tempi.

In modo parallelo si può fare l’analisi di un Kata paragonandolo ad altre versioni dello stesso, ad altri Kata di altre scuole, specialmente se ci sono rapporti registrati storicamente, risalenti allo stesso periodo, osservando Kata precedenti e successivi, studiando l’evoluzione dei costumi e delle armi, i documenti della scuola e quelli delle altre scuole rapportabili, se disponibili.

E’ un lavoro secondo me possibile e interessante, sia dal punto di vista storico che tecnico che culturale. Ovviamente occorrono delle nuove personalità formate a questo scopo e quanto prima si procederà in questo compito meglio sarà per tutto il patrimonio delle Arti Marziali storiche.

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